“Certo, è una grossa cifra, ma faccio finta che non esista: non è da lì che arriva il business”. Dario Snaidero sorride e prova a minimizzare. E con qualche ragione. Perché in effetti non
capita ogni giorno di ricevere una commessa da 450mila dollari per una cucina, l’equivalente in Italia del costo di un paio di appartamenti. Il miliardario di Miami che ha appena scelto il gruppo italiano dei mobili per la sua nuova cucina da mille e una notte ha ordinato i migliori materiali, gli elettrodomestici più avanzati, marmi di Carrara e legni pregiati, per arrivare ad un prodotto finito che tuttavia è solo la “ciliegina” su una torta ben più
ampia. Negli Usa Snaidero è arrivato 40 anni fa, quasi per caso, dopo un viaggio in Canada in cui ha notato la presenza di migliaia di italiani, dunque potenzialmente di un mercato ricettivo per i prodotti tricolore. Dal Canada agli Usa il passo è stato breve, e negli anni Snaidero ha costruito uno dei più grandi mercati esteri
5 palazzi all’anno, scesi a 1 con l’arrivo della crisi. “Non siamo mai stati in perdita, però, e anche negli anni peggiori abbiamo sempre tenuto. Se sei serio, hai buona qualità e rispetti gli impegni presi l’America ti premia. Ma qui non puoi sbagliare, se gli americani perdono la fiducia sei fuori dal mercato”. Il mobile italiano, in generale, ha trovando negli Usa un importante mercato di sbocco, con un export lievitato in modo sensibile negli ultimi anni. Ogni giorno, dall’Italia partono quasi due milioni di euro di mobili diretti verso Washington.
Ecco i dati Istat degli ultimi tre anni.
“Il 2015 sarà l’anno della ripresa – ci racconta il presidente di Snaidero Usa Dario Snaidero – e iniziamo ad avere soddisfazioni anche con clienti nuovi. Un imprenditore cinese – ad esempio – ci ha appena commissionato un grosso lavoro a Vancouver pregandoci però di non mettere neppure una vite made in China. Cosa che già facciamo. Ma detta da un cinese,


Intervista, immagini, riprese, grafiche, post-produzione di Rosalba Reggio e Luca Orlando