“Quando nel ’87 è crollata la borsa ho pensato che avrei dovuto fare qualcosa. Ho deciso allora di realizzare un toro di bronzo,
simbolo dei mercati in crescita, da donare alla città di New York per infondere forza e coraggio alle persone colpite dal disastro finanziario”. Chi parla è Arturo Di Modica, artista siciliano di Vittoria (Rg),
residente a New York dagli anni ’70. La sua storia sembra appartenere all’epoca dei vecchi pionieri americani.
Il blitz a Wall Street
Per due anni lavora alla sua scultura e in una notte di dicembre del 1989 – dopo aver verificato gli orari di passaggio delle auto del Police Department – con una gru deposita
dei quotidiani americani, ma la notorietà del gesto non salva la scultura dal sequestro della polizia. Dopo due giorni Di Modica paga la multa e riprende possesso dell’opera, ma solo per lasciarla a Bowling Green durante la notte. Un colpo da maestro. Dopo 25 anni, l’opera è ancora lì, nel cuore del
Financial District, simbolo in tutto il mondo di Wall Street. Di Modica non era nuovo a questi gesti clamorosi.
Il blitz al Rockfeller Center
del Pochi anni dopo essere arrivato negli Stati Uniti, infatti, aveva scatenato un vero e proprio “attacco” artistico al Rockfeller Center
depositando, sempre durante la notte, otto sculture in marmo di Carrara del peso di 60 tonnellate. Per quel gesto compiuto da un artista forestiero era stato buttato giù dal letto anche il sindaco di New York. Che però, dopo aver conosciuto e abbracciato Di Modica, lo multò per soli 25 dollari, dando il proprio consenso all’esposizione.
riprendi domani, mi dicevano, questa sera fai dormire i tuoi vicini”. Oggi le opere di Arturo Di Modica sono in tutto il mondo, da New York a Shanghai, da Londra alle Bahamas.
Il sogno siciliano
Ma il più grande progetto in corso di realizzazione è al suo paese, Vittoria. Lì l’artista siciliano ha costruito una scuola internazionale di scultura. Il “Nuovo Rinascimento” è quasi ultimato: centomila metri quadrati di terreno, che comprendono un laboratorio all’aperto per marmo, pietra e materiali pesanti, un piccolo lago, un anfiteatro e una galleria di 35 metri di lunghezza. Ma è solo una parte del grande progetto che Di Modica vuole realizzare al suo paese.
vuole rendere nuovamente navigabile tra Vittoria e Scoglitti, la foce. Il progetto prevede due cavalli
fronteggianti di 40 metri posizionati tra sponda e sponda, nella pancia dei quali si apriranno grandi stanze per ospitare altrettanti musei archeologici, uno per Vittoria, l’altro per Ragusa. “L’America mi ha dato tanto – ci spiega commosso l’artista – mi ha seguito, incoraggiato, sopportato. Ma il mio cuore resta a Vittoria ed è alla mia città che voglio regalare l’opera più grande”.
Intervista, immagini, riprese, grafiche, post-produzione di Rosalba Reggio e Luca Orlando